Ceto Metallurgici "L'Arresto" - Rassegna Stampa

Lantillo Presidente!

CRONACHE
Di Nino Barone

Lantillo Presidente!

Il presidente è stato eletto, il consiglio pure. Nicola Maltese l’unica vera novità, il resto della ciurma sembra invece un’antica foto logorata dal tempo.
Le polemiche persistono, scaturite soprattutto dalla lettera consuntiva del presidente uscente, il quale non ha risparmiato toni duri e accuse pesanti nei riguardi di alcuni membri dell’assemblea che hanno puntualmente manifestato il proprio dissenso con toni altrettanto aspri.
Finirà mai questo clima di contrasto e lotte intestine che caratterizza da troppo tempo l’ambiente dei Misteri?
Lo sperano in tanti, lo spera il nostro vescovo che, qualche ora prima delle elezioni, ha spedito ai ceti un sentito messaggio in cui invitava tutti alla ragione, alla libertà, alla lungimiranza.
Giuseppe Lantillo, neo presidente eletto, oltre agli impegni organizzativi verso cui si dedicherà a partire dalle prossime ore, avrà certamente l’arduo compito di ricucire strappi che nel tempo si sono creati all’interno del mugugnante popolo delle vare affinché si possa ripristinare una maggiore coesione tra i gruppi e una serenità che sembra quasi irraggiungibile.
Le proposte non mancano, bisognerà solo valorizzare tutte le risorse umane presenti che attendono con trepidazione di mettersi in gioco. Bisognerà essere lungimiranti, vedere oltre il proprio consiglio instaurando un rapporto continuo con i ceti i quali chiedono di essere più parte attiva in seno all’Unione.
Bisognerà fare di quella sede un luogo vivo, dove la cultura deve trovare il suo nido incantato attraverso manifestazioni e iniziative in grado di dare visibilità a un organo associativo che per troppo tempo è rimasto ermetico.
C’è molto da fare, in tutti i sensi, c’è anche molto ottimismo, ma il consiglio d’amministrazione appena insediato non dovrà sbagliare nulla. Fra tre anni, se non prima addirittura, potrebbe esserci l’offensiva di una nuova forza emergente capace e innovativa che può senz’altro ricoprire cariche istituzionali ai vertici dell’Unione Maestranze. D’altronde è la città che chiede volti nuovi e un’ottica diversa per tornare a rinvigorire anche il rapporto con i suoi Misteri che sembra ormai irrimediabilmente indebolito. Mettiamocela tutta!

Torniamo al messaggio che il vescovo di Trapani Pietromaria Fragnelli ha fatto pervenire ai ceti nel giorno delle elezioni per il rinnovo del cda dell’Unione Maestranze. Oltre al sentimento e all’eleganza con cui Sua Eccellenza si rivolge al popolo dei Misteri emerge, tra le righe, il desiderio paterno di accompagnare questa moltitudine di individui verso un cammino che abbia come unico scopo il Cristo Redentore.
Due punti della lettera sono stati per me motivo di riflessione: l’invito alla “lungimiranza” e l’invito a “servire la processione e non servirsene”.
Vedere oltre il proprio orticello significa “costruire ponti”, atteggiamento propositivo agognato da Papa Francesco.
L’apertura verso l’altro favorisce la ricchezza culturale di una società sempre più immobile, ermetica, inetta. Aprirsi significa non solo comunicare di sé, ma ricevere frammenti di vita altrui che solo apparentemente sembrano non riguardarci.
Servire la processione significa anche ascoltare la voce dei trapanesi che, essenzialmente, chiedono tre cose: un corteo compatto, la via Fardella e la Confraternita di San Michele Arcangelo. Pochi punti su cui lavorare per colmare lo strappo vistoso che si è creato con i cittadini.
Se a questo aggiungessimo un pizzico di sana cultura valorizzando risorse e talenti della nostra terra la Settimana Santa trapanese tornerebbe senz’altro ai livelli che merita. Chissà se, a obiettivi raggiunti, anche gli amanti dei riti spagnoli si convincerebbero a restare?

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